Chiostro di Sant Bonaventura: Un Tesoro Francescano a Llucmajor

Il 3 giugno 1608 i francescani si trasferirono in questo luogo dopo aver vissuto in una casa in Carrer Monestir dal 1599; il convento definitivo fu costruito nel corso del XVII secolo e consisteva nella chiesa, nel chiostro, in piccoli annessi e nel frutteto. Il 29 ottobre 1656, la chiesa fu benedetta da frate Pere Roig i Noguera.

Gli spazi interni del convento, le celle, gli uffici, le officine, il refettorio, la cucina, la portineria, la biblioteca, i servizi igienici, la sala capitolare o la sala delle riunioni, erano distribuiti intorno al chiostro. Il piano inferiore fu completato intorno al 1670 e il piano superiore intorno al 1697. Segue la tipologia del chiostro barocco dei francescani: ha una pianta quadrata con una doppia galleria sovrapposta di archi semicircolari. La galleria inferiore è coperta da una volta a specchio, mentre quella superiore è coperta da travi.

Il convento fu occupato dall’ordine francescano fino alla confisca di Mendizábal, avvenuta il 10 marzo 1836. Da allora fino al 1998, quando la Guardia Civil abbandonò definitivamente il chiostro e i suoi annessi, il complesso fu la caserma della Guardia Civil, del Giudice di Pace e del Macello Municipale. Nel 1999 è stato avviato il progetto di restauro e recupero dell’edificio, dichiarato Bene di Interesse Culturale il 23 agosto 2002. I lavori di restauro sono iniziati il 28 aprile 2006, giorno in cui si è celebrato l’atto simbolico della posa della prima pietra. L’inaugurazione del chiostro è avvenuta il 27 giugno 2007.

I DIPINTI MURALI

I dipinti del corridoio al piano terra sono tutti monocromi e realizzati con la tecnica della grisaglia (degradazione dei colori grigi). Si tratta di un ciclo unitario composto da santi e beati francescani, perfettamente identificati da un caratteristico cartiglio a forma di fascia. Questi dipinti furono eseguiti alla fine del XVII secolo o all’inizio del XVIII, cioè poco dopo il completamento del chiostro nel 1697. Il chiostro di Sant Bonaventura è l’unico in Spagna e uno dei pochi in Europa in cui questo tipo di pittura è conservato in buono stato di conservazione.

Il gruppo di dipinti inizia con l’immagine di San Pietro d’Alcántara, Santa Francesca Romana, il Beato Salvador de Horta, Santa Margherita da Cortona e San Luigi di Francia, re di Francia.

Il ciclo prosegue nel corridoio dove sono conservati il Beato Ramón Llull, un beato di Maiorca strettamente legato all’ordine francescano; Santa Birgitta, patrona della Svezia; San Roque, Santa Coleta e San Domenico di Guzmán.

Il corridoio inizia con l’immagine irrecuperabile di San Francesco d’Assisi, fondatore dell’ordine, e prosegue con le immagini di Santa Chiara d’Assisi, San Bonaventura – titolare del convento e generale dell’ordine -, Santa Isabella del Portogallo – regina del Portogallo -, Sant’Antonio di Padova, Santa Isabella d’Ungheria e San Bernardino da Siena.

Infine, nel corridoio, rimangono solo tre dipinti: Santa Chiara di Montefalco, San Luigi di Tolosa e Santa Giovanna della Croce.

Anche nel refettorio sono stati ritrovati resti di pitture murali, in questo caso policrome. Questi dipinti si trovano nelle volte e nelle arcate laterali della parete. Si può riconoscere un San Bonaventura, ma è molto deteriorato.

Anche i dipinti che decorano la scala che conduce al piano superiore sono costituiti da motivi decorativi e varie scene legate all’ordine francescano e sono dipinti policromi, forse risalenti alla fine del XVIII secolo.

Sono stati conservati i dipinti sull’architrave e sugli stipiti della finestra che comunica con l’esterno: Dio Padre con le braccia tese sull’architrave e cherubini sugli stipiti, abbinati a motivi vegetali.

Sul pianerottolo del piano superiore sono state rinvenute quattro scene francescane di segno mariano: l’incoronazione di Sant’Antonio da Padova alla presenza dell’Immacolata Concezione, la Vergine Maria che porge il Bambino a San Francesco, la visione celeste di San Francesco e frammenti di una scena le cui lacune non ne permettono l’identificazione.

Al piano superiore sono stati ritrovati alcuni numeri delle presumibili 15 celle del convento.

Tra i francescani illustri, spicca padre Jerónimo Boscana (1775 – 1831), che partecipò alla missione californiana di San Juan de Capistrano, seguendo l’esempio e il messaggio del noto francescano fra Junípero Serra.

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